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Al fine di tracciare una cronologia iniziamo dal principio: in che modo l’arte ti ha raggiunto o in che modo tu sei arrivata a lei?

La prima inclinazione alla ricerca creativa astratta e compositiva si manifesta in età giovanile con la fotografia, evolvendo in seguito nel linguaggio dell’installazione.

Puoi descrivere il tuo processo creativo, cioè da che cosa per esempio il tuo lavoro prende le mosse?

Ho sperimentato che ciò che sempre indirizza il mio lavoro ė il grado di libertà di cui faccio esperienza in un dato luogo o contesto nel momento in cui sono invitata ad operare.

Potresti spiegare meglio cosa intendi per “grado di libertà”?

Ci sono limitazioni che attengono alla struttura del luogo. Bene, queste non pongono mai un problema di libertà. Un problema di libertà, una questione di libertà, può porsi solo per le limitazioni scaturenti da condizioni non strutturali, per esempio dall’Ente o dal curatore. Installazioni come: La piccola parata, Il limite e la libertà, Come tu mi vuoi – come io non ho voluto, È finito il tempo delle opposizioni, Immobilità, nascono proprio dall’interazione con vincoli di questo tipo.

Quando invece le condizioni dell’agire sono libere, o comunque non ritieni di metterle in questione, cosa succede?

Sono sempre e comunque il luogo e l’esperienza che ne faccio a ispirare il mio lavoro. Per esempio, nelle installazioni realizzate in montagna, la conformazione del sito mi ha indotta, nella parte anteriore che guardava la valle, a valorizzare simbolicamente la prospettiva paesaggistica con l’installazione ” L’attesa il volo il controllo”. Mentre sul retro, cioė nello spazio tra la costruzione e le pendici della montagna, l’esperienza si è tradotta nell’istallazione “Luogo abbottonato”: tre grandi bottoni d’erba che trasformano l’area verde in una sorta di metaforica giacca.

Hai parlato di luogo e di esperienza. Mi domando allora quale esperienza significativa possa viversi nel c.d White Cube e se ti ė capitato di viverla.

Per quanto possa avvicinarsi a un luogo astratto, il cosiddetto White Cube ė sempre un luogo concreto con delle concrete caratteristiche, come per esempio la volumetria, senza dire del contesto in cui è inserito. Dal momento che abbiamo un corpo, di qualunque luogo facciamo esperienza. Lasciandola parlare ho scoperto che meno un luogo è connotato, in qualunque senso, tanto più astratto è l’esito che prendono le forme. Questo per esempio è accaduto e accade con tutte, o quasi, le installazioni concepite e realizzate nel mio studio.

Nel tuo lavoro si coglie una predilezione per materiali leggeri d’uso quotidiano ed un utilizzo in cui la manipolazione è limitata all’essenziale. Queste caratteristiche hanno un significato?

A meno che condizioni obiettive impongano il contrario preferisco materiali leggeri d’uso quotidiano, o comunque non ricercati, e di solito lascio semplicemente che dispieghino le loro qualità limitandomi a un intervento compositivo o ad un intervento in cui la manipolazione risulta minima perché tiene conto direttamente della vocazione e/o del potenziale di ciascun materiale. In generale i materiali leggeri sono anche maneggevoli e quindi si prestano meglio al tipo di sperimentazione che perseguo. E’ indubbio, tuttavia, che la leggerezza dei materiali di solito comporta fragilità e deperibilità, qualità che ben si raccordano alla mia visione umanistica.
Quando l’esperienza si rivela è essenziale, diretta ed immediata, e non accetta intermediari, quali varietà di colori, ricchezza dei dettagli, monumentalità e spettacolarità: credo sia questo il significato, ed insieme la ragione per cui trovo gratificante manipolare poco o niente la materia.

Exhibitions
  • 2015 Foggia, Palazzetto dell’arte “Andrea Pazienza”, Capitanata Gran Tour, curata da Antonio Scotellaro
  • 2015 Deliceto (FG), Castello, Il Cielo e le Terre, curata da Guido Pensato
  • 2015 Roseto Valfortore (FG), Il Cielo e le Terre, curata da Guido Pensato
  • 2014 Roseto Valfortore (FG), Ambiente mondano, Il Cielo e le Terre, curata da Guido Pensato
  • 2012 Foggia, Fondazione Domenico Siniscalco Ceci, Alimentum S.P.A, curata da Gaetano Accettulli
  • 2012 Barletta, Castello Svevo, Haeretici, curata da Antonino Foti e Alberto Dambruoso
  • 2011 Foggia, Fondazione Domenico Siniscalco Ceci, Art., curata da Gaetano Cristino
  • 2010 Cerignola (FG), Ex Opera, Spontaneità e necessità
  • 2010 Troia (FG), Ambiente Urbano, Per gli antichi vicoli, curata da Pietro Cimino e Katia Ricci
  • 2010 Foggia, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea, Mutazioni, curata da Gaetano Cristino e Guido Pensato
  • 2009 Foggia, Giardini in Fiera, L’erba del vicino
  • 2006 Foggia, Galleria provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea, curata da Giovanni Albanese, Loredana rea e Gigliola Fania